Il Palazzo Marchesale Castriota fu edificato nel 1636 per volere di Giorgio Castriota-Scanderbeg, come si evince da un’iscrizione incisa sul prospetto, che ne commissionò il progetto all’architetto Francesco Manuli.
Il palazzo, imponente costruzione a due piani, sorge sui resti dell’antico castello di cui rimangono, a testimonianza, i camminamenti di ronda, le torri di vedetta e le garitte per gli armigeri.
Sulla facciata spicca il maestoso portone abbellito da due colonne sovrastate dal balcone e le finestre decorate da lunette o timpani sempre più ravvicinate nell’approssimarsi al centro restituendo così all’osservatore l’illusione ottica di un edificio molto più grande. Nella zona interna si trova un giardino dove si sviluppano una serie di finestre e logge in pietra leccese, una fontana al centro dei viali disegnati a scacchiera, un pergolato e panche in pietra.
Il palazzo ospitava in passato una ricca pinacoteca, che custodiva dipinti del Veronese, del Domenichino, del Tintoretto, del Giaquinto, trasferiti successivamente a Molfetta.